venerdì 1 maggio 2009

DISSOLUZIONI E DISSOLVENZE

Per contingenza professionale, mi sono necessariamente dovuto esporre alla tv per un tempo abnorme ripetto all' umana sopportabilità e sono arrivato alla convinzione che, per conoscere la televisione e magari poi criticarla, esista una sola dratica possibilità, morire dentro una televisione. Annullarsi, trasporsi, identificarsi con lei come il mistico di fronte all'immagine del sacro. Come la conoscenza delle acque corrosive era considerata indispenabile all'alchimista per poi arrivare all' oro filosofale.

Oggi la guardo la televisione sicuramente con minore accanimento, sia perché mi sembra tutta molto prevedibile, anche incrociando e ricomponendo in personali assemblaggi ogni possibile risulta visionaria , non viene a galla nessuna trama interpretativa di comportamenti, segnali o manie che non abbia già conosciuto e sviscerato. (scritto nel 1999)

2 commenti:

  1. come è successo a me con Second Life, per conoscerla mi sono abbruttita...

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  2. dal 1999 sono passati 10 anni e tu non hai aggiunto qui nessun'altra considerazione successiva
    Perciò si può pensare che questa sia l'ultimo limite della tua elaborazione.
    E allora se la si prende come tale si può commentare che:
    Se le trame interpretataive sono sempre quelle è perchè i tempi di mutazione umani, nonostante il progressivo annichilimento dei tempi evolutivi che la techne ci va predisponendo, restano gestiti da un altra entità che non la techne.
    Perciò, forse, si andrà creando sempre più una forbice, un gap, una porta spazio temporale tra umano e tecnologico in cui, di certo, qualcosa si infilerà. Entrando e/o uscendo.
    Cosa non è dato saperlo se non a pochi.

    Tu potresti essere uno di quegli eletti che potrebbero arrivare a determinarlo, il che cosa.

    Ma, di certo quello spazio non potrà essere lasciato vuoto.

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