sabato 22 agosto 2009

MACCHINA PER FUGHE DOMESTICHE TRA ANGELI E DEMONI



Il primo settembre straordinaria ostensione dal vivo della "Macchina per fughe domestiche" sugli argini del Tevere di fronte a Castel S.Angelo. Per l' occasione interverrà tutta la famiglia Alemanno, ci saranno pure Tosca spappolata e Suor Margarita dal velo verdino.

L’ uso della macchina è sconsigliato alle persone che soffrono di patologie dell’ umore come la rassegnazione cronica o la perdita dell’ uso corretto dell’ azzardo.
Si raccomanda altrettanta cautela a tutti coloro che si sentano vincolati in maniera indissolubile a circostanze abituali o persone con cui hanno familiare e prolungata frequentazione.
Qualora dopo pratica prolungata di fuga domestica dovessero presentarsi sintomi ricorrenti quali senso di colpa o frequente stimolo alla sincerità, si raccomanda di rivolgersi al proprio carnefice di fiducia.

L' evento su Facebook

sabato 11 luglio 2009

LA ROZZA MAGLIETTA PER FUGHE DOMESTICHE

Il progetto di autocostruzione delle rozze magliette fatte in casa permette l' acquisizione immediata di un oggetto di fuga domestica. Ecco alcune foto che testimoniano la velleità gloriosa di una fuga domestica.

GUARDA GALLERIA FACEBOOK DELLE ROZZE MAGLIETTE

Per averla basta scaricare il file zip dal link scritto sull' immagine, farlo stampare su una maglietta. Dopo averla indossata recitare la formula:

ROZZA MAGLIETTA CHE SALVI CHI ASPETTA
DAMMI UNA VIA CHE NON SIA RETTA
FAMMI PASSARE LA PORTA STRETTA
FAMMI TORNARE SENZA LA FRETTA
DAMMI CERTEZZA CHE NULLA SOSPETTA

I Risultati danno una certezza di fuga domestica pari al 72%

ATTENZIONE STANNO CIRCOLANDO ROZZE MAGLIETTE FALSIFICATE CONTROLLATE LA FIRMA!!!

MACCHINA PER FUGHE DOMESTICHE (1.0)


Qui si mette a disposizione del comune mortale una macchina formidabile. Chiunque abbia serie e giustificate riserve sulla diffusione di questo congegno facilitatore della delizia fugace può qui serenemante esporle.

Qualora ravvisassimo concreti e perigliosi casi che ci facciano ritenere imprudente la libera circolazione di tale macchinario generatore di istanti di disordine controllato, saremo ben disposti a rottamarlo e ritirare dal mercato ogni modello già venduto rimpborsando chi l' avesse incautamente acquistato.

La "Macchina per fughe domestiche" annunciata da bitser Scarfiotti

Il gruppo Facebook della Macchina per fughe domestiche

Il trailer del primo componente della Macchina

Tra poco sarà disponibile sia on line che in un concreto e lussuoso cofanetto personalizzabile la raccolta di ballate in musica che nasce dall’incontro di Gianluca Nicoletti con i fratelli Riccardo e Francesca Alemanno. Il sodalizio inizia on line, ma finisce nelle reciproche cucine. Passano così notti intere a inventarsi canzoni su amori sbiaditi, su uscite dal mondo, su passioni rapaci. Nella sua cucina Nicoletti prepara il “Margarita”; con una bottiglia di Tequila in media riescono a comporre il testo e l'abbozzo della melodia di una ballata, che poi era registrata nel cucinino di casa Alemanno.

E’ corretto avvertire che questo cd è in realtà un rivelatore sonoro, traccia la mappa delle tiepide fessure che si nascondono nel quotidiano di ogni persona. Chi avesse l’ardimento di attraversarle godrà di innocue e controllate fughe domestiche.Il ritorno è assicurato solo se ci si attiene scrupolosamente alle istruzioni.

L’uso della macchina è sconsigliato alle persone che soffrono di patologie dell’ umore come la rassegnazione cronica o la perdita dell’ uso corretto dell’ azzardo. Si raccomanda altrettanta cautela a tutti coloro che si sentano vincolati in maniera indissolubile a circostanze abituali o persone con cui hanno familiare e prolungata frequentazione.

Qualora dopo pratica prolungata di fuga domestica dovessero presentarsi sintomi ricorrenti quali senso di colpa o frequente stimolo alla sincerità, si raccomanda di rivolgersi al proprio carnefice di fiducia.

Qui il gruppo Facebook nato per seguire il lancio del disco

Il progetto ha radici nella pièce teatrale La macchina per entrare e uscire dal mondo” che ha esordito Al viewfest di Torino il 7 giugno 2008 e si è poi evoluta in “La notte di Giano”, rappresentata per la prima volta il 21 dicembre 2008 a Roma. ll disco è prodotto dalla “Borgatti edizioni musicali” di Bologna.

Qui è già possibile ascoltare il trailer e scaricare il primo brano "Dio Amico mio"

MACCHINA PER FUGHE DOMESTICHE

Il cd "Macchina per fughe domestiche" era stato annunciato dalle agenzie on line ieri pomeriggio e solo due ore dopo già qualcuno aveva messo fruibile in rete l' intera play list di 14 canzoni, compresa la gost track che avevamo rigorosamente tenuta segretissima.
Non mi sorprenderebbe che l' azione possa provenire da qualcuno ldell' ultradecennale community di radioattivi che mi segue in ogni mia iniziativa, non sarà parso loro vero di condividere immediatamente la macchina per fughe domestiche.
Pazienza l' importante è che la musica circoli, con i fratellli Alemanno ci siamo conosciuti in rete e sapevamo che non avremmo potuto impedire che la rete si impossessasse della nostra fatica. Non ci aspettavamo sinceramente un' "anteprima pirata" a quella che faremo a Viterbo l' 11 sera, ma confidiamo che almeno il cd fisico continui ad essere l'unico accessorio indispensabile a chi voglia farsi tentare dalla fuga domestica.

Da "IL TEMPO" del 9 luglio

Da "AD" di giugno

domenica 3 maggio 2009

INFORMAZIONE INTERSTIZIALE


Il calendario ha la sua scansione stagionale nell’ alternarsi di equinozi e solstizi, il tempo dell’ informazione televisiva scandisce il suo ritmo attraverso gli interstizi. A differenza della simmetrica regolarità che propone l’ anno solare solare, la cosmologia dell’ informazione interstiziale frammenta l’ anno televisivo in porzioni irregolari, imprevedibili ed indeterminabili.
A stabilire l’ entrata e l’ uscita dalle fasi dell’ infostitial sono circostanze che non hanno una spiegazione raffigurabile in modelli matematici, esse si determinano attraverso l’ irrazionale proporsi del ciclico attingere da una partitura comune, vale a dire quell’area dell’ archivio delle proposte di servizio che ogni editore chiama “Levitatis area”. In questa parte giace archiviato il codice che genera il così detto tempo dell’ “alleggerimento”.
E’ noto che il pianeta terra per mantenere il proprio ciclo vitale ha bisogno dell’ alternarsi di caldo-freddo, notte-giorno, sole-acqua intese come circostanze dosate dalle diverse posizioni che il globo terracqueo assume in occasione di equinozi e solstizi. Alla stessa maniera il globo simbolico che campeggia nella sigla di ogni telegiornale può mantenere il suo asse d’ equilibrio, nell’ angolazione definita dall’ editore-demiurgo, apponendo continue correzioni alla crudezza del flusso del racconto quotidiano con l’ additivo di notizie del genere interstiziale.
Il ritmo degli interstizi corrobora gli umani sul fatto che l’ universo della riproduzione fittizia del reale si mantenga in vita, ma pure che continui così a certificare la realtà del loro mondo.
Nella ricorrenza degli interstizi l’ umano avverte un profondo e diffuso senso di “pietas” nei confronti delle fragilità della propria natura, inoltre è un’ azione necessaria per rivestire gli dei che abitano i telegiornali di una dimensione familiare all’ esperienza degli uomini, quasi una loro discesa tra le miserie del mondo camuffati da esseri umani piuttosto che nel loro aspetto ufficiale di divinità che assicurano il transito del mondo visibile: dallo stato concreto a quello pixellico, attraverso la porta del monitor.
Il giornalista si traveste da uomo per confortare il suo pubblico, ciò rappresenta l’atto di generosità compassionevole propria degli esseri superiori, quelli che, per la natura del loro ufficio, preferiscono tenere la loro identità di solito celata dietro alla luminosa immagine che loro conferisce il set della lettura del telegiornale. Dai loro templi comunque passa la decodifica di ogni complessità dell’ universo e la sua ricomposizione in forme comprensibili all’ angustia della mente umana, a conferma del dogma: “Fino a che esisteranno i telegiornali esisterà il mondo!” A seguito di quest’atto di fede da ogni casa si celebra la ricorrente liturgia del mantenimento del tempo quotidiano seguendo religiosamente il sermone del telegiornale.
Le macchine che riproducono il mondo non fanno distinzione di genere, guardano scopiazzano frullano e risputano. Chissà perché ancora ci si intestardisce a cercare la tracce di quello che fu il reale nel fantasmagorico universo sbullonato che, giorno dopo giorno, mette assieme la televisione facendosi supportare dai suoi più giovani derivati. In ogni caso per pura necessità espositiva azzardiamo una sommaria classificazione delle più note categorie dell’ infostitial.
MEDIUM INFOSTITIAL
Nella scelta delle news interstiziali è di recente consuetudine attingere alla celebrazione dei nuovi media. La ripresa della videata web è un bell’ esercizio di stile quando un telegiornale vuol sembrare moderno e non ha immagini per provare un evento. Ecco quindi la formula: “Rivendicato in un sito Internet!” Che in realtà non è una notizia, ma riesce a far mettere in fila le poche righe d’ agenzia a margine di un attentato di matrice islamica. Naturalmente il filone “Cyberterrorista” ha varie sfumature e sottogeneri; il più abusato è quello che sottotitola la pagina web scritta in arabo, basta una a caso tanto chi capisce…
Segue con successo il sottofilone “Youtubista” che prevede un lancio rigorosamente legato alla formula inprescindibile: “nuovo episodio di violenza (ma anche: bullismo-intolleranza-discriminazione-omofobia- pedo pornografia ecc) Qui la pappa è già quasi pronta, basta far sguarducchiare il web video fatto con il cellulare che praticamente è una macchia di colore sfocata a cui si sovrappone il salutare pixellaggio per mascherare soggetti deboli, minori, privacy ecc ecc. Lo scenario più fosco è quello legato alla pedopornografia e turismo sessuale, qui per ovvi motivi si vede solo una mano che scrive sulla tastiera e al massimo la parte alta del browser dove si sta componendo l’ indirizzo scellerato. Per una fugace stagione il mondo tridimensionale interattivo ha costituito materia di cyber-non-notizia, comprensiva di tutte le macrocategorie gia consumate per internet come: sesso, violenza, truffe, terrorismo, ma aggiungendone una legata alla novità dell’ argomento, vedi ad esempio ente pubblico, personaggio, marchio commerciale ecc…unito al titolo, il risultato è spesso un ossimoro: “Sbarca per la prima volta su Second Life”
HABITUS INFOSTITIAL
Un’ appuntamento ricorrente legato ai cambi di stagione: si articola in due generi totalmente antitetici e inconciliabili. Il primo è quello dei desideri impossibili, quindi cronaca delle sfilate di moda. Abiti che mai nessuna tele spettatrice mai indosserà e di cui forse qualche scampoletto sarà elargito come omaggio alla impavida cronista che lo ha gentilmente presentato. Il secondo è il via libera che si dà ai disgraziati per lanciarsi alla rincorsa dei saldi stagionali. Entrambi i filoni permettono ardite derive in vari sottogeneri, potremo sintetizzarli in due fondamentali “dietro le quinte”. Riguardo al pret a porter l’ approfondimento al servizio selle sfilate è l’ intervista stesa sul tappeto di preghiera allo stilista nella sua “maison”. Per il genere “vorrei, ma non posso” invece l’ intervista è al solito rappresentante dei consumatori che mette in guardia sulle bidonatore che nasconde il prezzo troppo basso. Costui indossa sempre la solita giacchetta marrone di velluto che ogni anno riappare tra i saldi in ogni vetrina d’ Italia.
TEMPUS INFOSTITIAL
L’ alternarsi climatico nelle sue ricorrenti irregolarità continua a fare notizia. Piogge torrenziali, nevicate sull’ autostrada. grandine (con chicconi giganti tenuti in mano e riprese delle auto ammaccate) si alternano a torrenti prosciugati, zoom lento su arboscelli rinsecchiti, canicola metropolitana. I frutti della terra sono, a seconda dei casi mostrati fradici e devastati o asfittici e atrofizzati. Naturalmente la fase successiva è quella degli ecodisastri naturali (il racconto di quelli per responsabilità umana richiedono maggiori cautele….).
Via libera dunque alle inondazioni, con riprese di signori e signore con gli stinchi a mollo, meglio ancora se si ruba qualche immagine struggente come bambola che galleggia macabra o gattino arrampicato sull’ albero. Funzionale anche il cittadino che svuota la cantina a secchiate, rende il senso del disagio.
Al contrario, la particolare mania criminal incendiaria di vaste popolazioni italiane fornisce notevoli spunti per approfondimenti estivi. Non serve anche qui sforzarsi, le coordinate sono i chilometri di bosco bruciati, tristemente spesso anche il ricordo attraverso i parenti stretti delle vittime di questi atti delinquenziali, l’ intervista allo psicologo che definisce il quadro patologico del piromane (forse da piccolo non lo facevano giocare con i fiammiferi) come se realmente chi brucia boschi per estorsione o speculazione fosse curabile con un po’ di psicoterapia.
SALUS INFOSTITIAL
Il filone interstiziale del cosiddetto “memento mori” è sicuramente il più profondamente spirituale. L’ uomo deve ricordarsi che è fatto di carne deteriorabile e quindi ogni possibile mutazione di quella carne va puntigliosamente certificata nell’ interstizio medico sciamanico. Molto attuale il filone “priapico” che descrive patologie erettili, ma ne fornisce immediata farmacopea o soluzione tecno idraulica. Anche l’ estro femminile viene rappresentato statisticamente attraverso sondaggi e rilevamenti d’ opinione. Le mappe del desiderio si sviluppano in accurati data base che ne mostrano le flessioni attraverso il territorio, le classi sociali, le fasce d’ età. Si propongono posizioni, creme cataplasmi supposte. Si suggeriscono viaggi, massaggi, estasi e penitenze. Testimonial classiche sono presenzialiste da talk show, sempre spendibili in eterno come sacerdotesse del piacere avendo loro superato, di ampia misura, la percentuale media di carne. Il trionfo del parere erotico di un composto di materia organica in gran parte sostituita con immortale e lussurioso polimero.
OTIUM et CIBUS INFOSTITIAL
Una lettura gergale di questo genere di news condensa il settore ricco e variegato nella frase: “per quelli che non hanno da fare un cazzo.” In realtà in forma mascherata questo infostitial nasconde un vasto mercato sotterraneo di piccole promozioni, segnalazioni camuffate, pubblicità sotto forma di consigli. Le parole chiave sono benessere, relax, sogno, giovinezza, bellezza, almeno nel genere “visita alla beauty farm” (ma anche centro termale, agriturismo, scuola di pensiero, atelier di maestro/di vita) E’ poco utile a chi guarda, ma indispensabile per passare a scrocco qualche settimana in ammollo balsamico per redattori di fascia alta e direttori. La parte culinaria è annessa e comprende l’ esaltazione di specialità regionali, agiografie di personaggi famosi ai fornelli o a tavola. Segue naturalmente l’ esercito dei dietologi e suggeritori alimentari, questi appaiono in catartici sermoni dopo le feste comandate connotate da particolari abitudini alla crapula e prima delle vacanze, tanto per far vendere qualche pillolina drenante o costume da bagno.
ABSURDA sed SCIENTIA INFOSTITIAL
Difficile distinguere la separazione tra leggendario e scientifico, ma è un genere infostiziale che giganteggia sempre sulla realtà di ogni fatto, sia esso tratto dalla cronaca nera che dalla divulgazione scientifica. Si va da particolari sul dna di un assassino trovato nelle parti intime della sua vittima a rivelazioni catastrofistiche su clonazioni chimeriche. L’ evoluzione della specie, il futuro del pianeta si alternano al super ratto alla zanzara indistruttibile alle minacce chimico batteriologiche ai disastri ecologici. Passando per persone mummificate trovate in casa davanti alla tv accesa a mummie ancora intatte dopo lunghi periodi di sepoltura. Divertenti e innocue le invenzioni bizzarre, quando non sconfinano nella tecnologia consumer…In questo caso l’ infostitial diventa marchetta, rischio che si corre nelle interviste a medici primari, scienziati, chimici farmaceutici ecc ecc
FRAGMENTA INFOSTITIAL
Qui velocemente si addensano le appendici “leggere” a notizie che hanno particolare riverbero in un determinato periodo. E’ il secondo pezzo per eccellenza, quello che segue la parte hard del giornale. Per esempio in occasione di voto c’è immancabile l’apertura dei seggi, l’ affluenza e la chiusura con passaggi su cabine, mano che infilano la scheda nell’ urna, personaggi noti e istituzionali al voto. Intervista a ritardatari, impossibilitati ecc.
Giganteggiano poi le appendici e le premesse al capodanno: Attenzione ai botti, cosa mangeranno gli italiani, dove andranno gli italiani, i poveri barboni che stanno per strada. Segue il capodanno anticipato per il fuso orario, il discorso del presidente, la conta delle mani mozzate ecc
Vale lo stesso più o meno per il Natale: panettoni, capponi, arredi, accessori. Poveri, benefattori, storie edificanti, la guerra nel mondo, dove non si festeggia il Natale sotto alle bombe (pestilenze, malvagità, tristezze, inondazioni ecc)
Ultimamente vanno molto le vicende private dei capi di stato (solo stranieri naturalmente. Anche il Papa dei cattolici è un genere infostiziale molto ricorrente. Non nelle dichiarazioni ufficiali e liturgiche, ma nell’ aneddotica delle sue vacanze, hobby, letture, incontri ufficiali, vestiti, dichiarazioni su vicende relative alla politica, il costume, le abitudini sessuali, gastronomiche ludiche. Particolare attenzione a giudizi che attengono alla pagina cultura e spettacoli.
(pubblicato su Link: idee per la televisione)

venerdì 1 maggio 2009

COMPILATORI DI ECTOPLASMI

La passione spiritistica esplose sul finire del secolo scorso. Ripescando auliche formule necrornantiche unite alla rinfusa con teorie, karmiche e a metodi di verifica scientifica propri dell'epoca, si cercava di razionalizzare la possibilità di entrare in contatto diretto con entità che operavano in una dimensione parallela al mondo dei viventi, dove si manifestavano i trapassati.

Presenze consimili si muovono attualmente dietro lo schermo televisivo. Oggi come allora è un "medium" ad evocarli e a fornire loro parvenza umana attraverso un "ectoplasma" luminoso ed impalpabile. Il "medium" televisivo ci mette in contatto con quella zona privile­giata nella quale tutti vorrebbero manifestarsi. Nulla oggi dà esistenza reale quanto apparire in televisione.
Cosa non si darebbe per la vertigine di un "passaggio" che poi altro non è che un "trapasso", un cambiamento di stato. Dalla non-esistenza dell'anonimato all'esistenza in televisione.

Tutti i trapassati sono in effetti coloro che la folla teleutente rimira, ama o disprezza a seconda dell'atteg­giamento individuale, ma a cui comunque riconosce poteri superiori alla media, doti profetiche ed un eleva­to di esistenza. Le qualità o gli attributi del mondo degli uomini cessano di essere categorie discriminauti nell' aldilà televisivo. II potere degli ectoplasmi alimenta con la loro "visibilità.", cioè con l'intensità e la frequenza con cui il medium televisivo li evoca nella nostra visione.

Spesso ci si meraviglia, osservando i prototipi, di quali profonde carenze, sia di elaborazione culturale che di qualità umane, si riscontrino in personaggi televisivi la cui immagine ectoplasrnatica mostra, invece, doti eccelse. E chiaro che l'aldilà catodico è regolamentato da altre norme, altri valori. E il regno della realtà simulato, la visione catottrica del nostro sembiante.(scritto nel 1994)

AUTOPSIA DELLA TELEVISIONE

E' possibile stabilire una paradossale equazione: tanto più sarà articolata e profonda la riflessione critica su qualsiasi segmento del divenire televisivo, tanto più si contribuirà a dargli dignità ed esistenza anziché smascherarne l'oggettiva vacuità.

Da parte mia ho da sempre rigettato quella sorta di voto di castità maledetta a cui vorrebbe far credere di ottemperare ogni analista della televisione. La verginità, spesso molto fieramente ostentata, da contaminazioni carnali con l'oggetto della severa contemplazione cela ancor più sovente innominabili appetiti e vergognose lussurie. Non ho disdegnato ogni volta che ne avevo il desiderio di verificare concretamente la vertigine e lo spaesamento del trapasso oltre il confine del monitor che osservava e da cui si sentiva a sua volta spiato.

Sono convinto che sulla visione elettronica non sia possibile elaborare mai teorie finali, ma soprattutto penso che l'evento televisivo, il divenire televisivo sfugga alla capacità umana di prevederlo, determinarlo e classificarlo. Vedere la televisione è diventato ormai per me un esercizio ascetico, viola anche limiti fisici e corporali. Anche perché guardare tutta la televisione possibile al di là di un proprio criterio estetico, cioè non guardare ciò che piace, quello che appaga, guardare tutto, anche ciò che fa orrore, o semplicemente annoia o che comunque incuriosisce per quello che in altri tempi ho classificato come effetto gatto spiaccicato, somiglia molto a certe pratiche mistiche.

In certi ordini monastici, quando muore un confratello, o una consorella, gli altri sono obbligati, a contemplare come esercizio, come memento mori, il disfacimento del cadavere di quello attribuendo a ognuna delle fasi della putrefazione del corpo un momento di passaggio dell'anima inquieta o appagata. L'effetto gatto spiaccicato è molto più moderno, ma si sperimenta più o meno attraverso una dinamica simile. Capita, guidando lungo la strada, di vedere un gatto morto, su cui sono passate già diverse automobili deformandolo, rendendolo qualcosa di non più organico, un oggetto che tende all'immaterialità, la spoglia rivela la sua funzione di scatolame vuotato del contenuto, sulla via del definitivo riassorbimento nei vari elementi naturali. Tale visione ci provoca smarrimento, ci fa orrore, però non possiamo fare a meno di guardare, di seguirne il veloce passaggio sulla striscia d'asfalto, addirittura ci voltiamo rischiando noi stessi di avere un incidente, di morire.

È un momento di forte pericolo, ma di attrazione fatale verso l'orribile che ci disgusta, ci atterrisce però ci attrae, come un presagio che rompa la monotonia del paesaggio. Questo è l'atteggiamento nei confronti del divenire televisivo: trasformare la macchina del sogno ammorbidente, del sogno catalettico, com'è nell'uso corrente la televisione, in una macchina di stimolo, in una macchina che ci trascini in repentine e inaspettate rotture di livello, dalla catalessi all'intuizione di una realtà adombrata, una sorta di universo simbolico da interpretare. In questo senso, allora, è possibile attribuire dei significati metaforici ai programmi e alla loro dissezione in personali e improvvisi zapping intesi come derive apparentemente casuali a cui si abbandona il "visionatore" televisivo. Quanto più si sarà entrati in contatto epidermico con questo universo di immagini apparentemente senza senso, tanto più si accenderanno delle intuizioni insospettate all'interno della prevedibilità narrativa.

Chi segue tale modalità teleutente ha spesso la sensazione di aprire un "occhio" particolare sul flusso televisivo, certe prospettive non vengono messe a fuoco ad una prima visione, normalmente nessuno guarda la televisione come un universo da decifrare. Spesso ogni analisi si ferma alla superficie, a quello che appare nel progetto della macchina produttiva, ma è la cosa forse meno interessante della televisione.

Per questo io dico che bisogna operare una sorta di autopsia, la televisione va smontata, va destrutturata, va sciolta nei suoi componenti, che occorre poi ricollocare in dei percorsi individuali. Non per capirne il significato, ma perché ciò risvegli in noi una capacità di osservazione, e quindi uno strumento critico.

Quale altra "foresta di simboli" abbiamo oggi a disposizione se non la ricostruzione sintetica della natura che genera quella macchinetta delle meraviglie che è la televisione? Tale paesaggio dobbiamo decifrare. C'è il passare indifferente del viaggiatore frettoloso e c'è colui che invece si ferma a guardare il mutare dei luoghi che attraversa e pensa ai profondi collegamenti tra chi li abita e vive e le mutazioni dell'ambiente che lo circonda. Guardare la televisione assieme a questa riflessione significa trasformare quello che viene considerato uno strumento di distruzione, di catalessi, di oblio, in uno strumento, se possibile, di pur profana conoscenza. (scritto nel 1999)